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Glossario SICP-SINPE sulla nutrizione artificiale

La nutrizione rappresenta un aspetto rilevante in Cure Palliative, in cui l’obiettivo di cura non è più la guarigione ma il miglioramento della qualità di vita, richiedendo pertanto una presa in carico globale della persona malata da parte di équipe multidisciplinari. 

Per tutte le persone, il “cibo” ha un importante carico simbolico e un ruolo a livello comunicativo e relazionale lungo l’intero corso della vita, a prescindere dalle condizioni di salute, divenendo cruciale nella fase avanzata e terminale del percorso di malattia, durante le quali acquisisce nuovi e diversi significati.

In fasi più precoci di malattia, un adeguato e corretto supporto nutrizionale, sia esso per vie naturali o artificiali, non solo contribuisce alla migliore tolleranza alle terapie, ma anche al benessere fisico, psicologico e alla qualità della vita. Frequentemente nei malati fragili, che presentano condizioni cliniche suscettibili di cambiamenti rapidi, vi sono rischio di malnutrizione, anoressia e riduzione dell’introito spontaneo di cibo, inficiando la qualità di vita residua. Il mantenimento di un regime nutrizionale appropriato alle condizioni di malattia avanzata o terminale è in grado di offrire comfort e supporto al malato e alla sua famiglia, spesso favorendo le relazioni, il contatto umano e sociale.

Nelle fasi più avanzate del percorso di malattia, o quando siamo a fine vita, l’incapacità di alimentarsi o l’interruzione dei supporti nutrizionali può risultare alquanto difficile, soprattutto in virtù del ruolo culturale, sociale e relazionale del cibo. Una corretta diagnosi di morte imminente (periodo compreso tra i quindici e gli ultimi tre giorni di vita, come definito dalle principali evidenze di letteratura), è essenziale per l’équipe curante per orientare scelte terapeutiche come la sospensione o il non inizio di trattamenti nutrizionali, per massimizzare la comunicazione con il nucleo di cura, per ottimizzare la qualità di vita residua e di morte. Affrontare inoltre la tematica dell’alimentazione nel fine vita significa anche accompagnare i familiari nel far fronte ai numerosi dubbi e portarli verso una sempre maggiore consapevolezza che il “non mangiare più” del proprio caro non è causa di morte ma è conseguenza della condizione di malattia terminale. 

E’ essenziale dunque affrontare questo ambito considerando molteplici aspetti, come la condizione clinica di base, la prognosi, gli obiettivi terapeutici realisticamente raggiungibili, e cercando soluzioni personalizzate, nel rispetto delle scelte e delle volontà del paziente. Per un trattamento appropriato e proporzionato, è importante raggiungere un sapere condiviso e un coordinamento efficace tra i professionisti sanitari coinvolti, con una presa in carico anche della parte emotiva e affettiva. 

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